martedì 16 aprile 2013

RIDUZIONE COSTI DELLA POLITICA : DALLE PAROLE AI FATTI


RIDUZIONE COSTI DELLA POLITICA : DALLE PAROLE AI FATTI


Secondo le stime raccolte da autorevoli fonti via web, sono oltre 1,3 milioni le persone che vivono direttamente, o indirettamente, di politica.
Si tratta di oltre 145 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.032 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.366 Presidenti,Assessori e Consiglieri regionali; 4.258 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 138.619 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali. A questi vanno aggiunti gli oltre 12 mila consiglieri circoscrizionali (8.845 nelle sole Città Capoluogo); 24 mila persone nei Consigli di Amministrazione delle 7 mila società, Enti, Consorzi, Autorità di Ambito partecipati dalle Pubbliche Amministrazioni; quasi 318 mila persone che hanno un incarico o una consulenza elargita dalla Pubblica Amministrazione; la massa del personale di supporto politico; i Direttori Generali, Amministrativi e Sanitari delle ASL; la moltitudine dei componenti dei consigli di amministrazione degli ATER e degli Enti Pubblici.
E così ogni anno i costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a
cui occorre aggiungere i costi derivanti da un “sovrabbondante” sistema istituzionale
quantificabili in circa 6,4 miliardi di euro che fanno lievitare la cifra a 24,7 miliardi di euro.
Ormai da un paio di anni non sentiamo parlare d’ altro che di RIDUZIONE DEI COSTI DELLA POLITICA, una riduzione che a nostro avviso avrebbe senso se sostanziale e totale, se investisse tutti gli ambiti, e se i soldi risparmiati venissero investiti in favore dei cittadini (si potrebbe pensare a un risparmio tale da azzerare del tutto le addizionali regionali e comunali Irpef, oppure a favore dei lavoratori così da ottenere, ad esempio,  una permanente detassazione della tredicesima).
A poche soluzioni, invece, portano i tagli di lieve entità i quali assumono un valore più emblematico che concreto,  ma sotto questo profilo di notevole rilievo. Risulta FORTE, infatti, un sacrificio messo in atto dalla politica, un gesto che in parte attenua, almeno psicologicamente, i sacrifici che i cittadini quotidianamente sono costretti ad affrontare.
Tuttavia, prescindendo dall’ utilità o meno delle riduzioni di poco conto, quello che ci induce a scrivere queste riflessioni è che degli SPERPERI E PRIVILEGI  DELLA POLITICA, tutti ne parlano ma in pochi sono disposti a rinunciarvi.
E poco senso ha, a nostro avviso, appellarsi alle leggi che non consentono di rinunciare a parte dello stipendio, o alle maggioranze dei vari consessi che non votano le proposte in merito, perché in fondo chiunque può, singolarmente, decidere di fare a meno di una parte della propria indennità per devolverla in beneficenza o momentaneamente conservarla in un fondo che poi possa essere utilizzato per la COSA PUBBLICA.
Ribadendo, dunque, che dal nostro punto di vista ridurre i costi della politica ha un senso se fatto in maniera totalitaria, invitiamo, chiunque cavalchi l’onda della riduzione dei costi,  a farlo senza appellarsi a scusanti pretestuose; non si risolvono i problemi del mondo con 200 euro ma si può dare una scossa e soprattutto si può mantenere la credibilità facendo corrispondere a tante belle parole (spesso spese in prossimità di competizioni  elettorali)  anche i fatti.

Ass. “Liberi Di…”

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